Moda del 1968: scopri i dettagli dello stile vestiario

La moda del 1968 è stata un periodo di grande trasformazione e ribellione, che si è riflessa anche nello stile vestiario. Durante questo anno, l'abbigliamento ha subito un cambiamento radicale, con una maggiore enfasi sulla libertà di espressione e sull'individualità.

Le donne hanno abbandonato gli abiti rigidi e formali degli anni precedenti, optando per capi più informali e comodi. I pantaloni a zampa d'elefante sono diventati particolarmente popolari, insieme alle gonne lunghe e fluide. I colori vivaci e i motivi psichedelici erano all'ordine del giorno, rappresentando l'atmosfera gioiosa e spensierata dell'epoca.

Gli uomini hanno abbracciato uno stile più casual e ribelle, con jeans, camicie a quadri e giacche di pelle. Gli accessori come foulard, occhiali da sole e cappelli erano molto diffusi, dando un tocco di personalità ai look maschili.

Stile vestiario nel 1968: scopri i dettagli

Nel 1968, lo stile vestiario subì notevoli cambiamenti che riflettevano l'atmosfera di contestazione e cambiamento sociale di quell'epoca. La moda del tempo era influenzata dalle idee di libertà, uguaglianza e ribellione che caratterizzavano il movimento giovanile del Sessantotto.

Uno dei capi di abbigliamento simbolo di questo periodo era l'eskimo, un ampio giaccone impermeabile con cappuccio. L'eskimo era solitamente di colore grigio-verde e foderato internamente di lana o pelliccia. Questo capo divenne uno dei simboli della contestazione giovanile e chi non lo indossava non era considerato "dei nostri".

Un'altra icona della moda del 1968 era la minigonna. La sua origine viene attribuita alla stilista britannica Mary Quant nel 1963 o 1965. La minigonna rappresentava la liberazione della donna e il cambiamento dei costumi tradizionali.

I pantaloni "a zampa di elefante" erano un altro elemento distintivo dello stile vestiario del 1968. Questa forma di pantaloni aveva origini antiche ed era caratteristica delle uniformi dei marinai. I giovani degli anni Sessanta che rifiutavano i marchi della moda preferivano acquistare abbigliamento usato, militare o non, e i pantaloni a zampa divennero popolari tra loro, fino a diventare uno dei simboli degli anni Settanta.

La moda dell'epoca si caratterizzava per i colori vivaci e gli stili fantasiosi importati dall'Inghilterra, che dominavano l'abbigliamento per il tempo libero. Per le attività lavorative e di studio, era invece consigliabile un abbigliamento più sobrio, ma comunque seguendo il canone della camicia, giacca e cravatta.

Il movimento giovanile del Sessantotto aveva una nuova concezione del vestire che teneva conto principalmente di criteri come la praticità, l'eliminazione delle differenze sociali e la necessità di identificazione socio-culturale. Questo significava che gli abiti venivano scelti in base all'economicità, alla robustezza, all'isolamento termico, alla possibilità di movimento e alla resistenza allo sporco.

Un capo d'abbigliamento che divenne molto popolare durante questo periodo furono i blue jeans. Fino ad allora, i jeans erano considerati adatti solo ai bambini e ai lavoratori manuali, ma nel 1968 diventarono un simbolo di ribellione e di appartenenza al movimento giovanile. Le camicie e i pullover privilegiavano colori militari, con l'eccezione del nero, e spesso venivano indossati fazzoletti rossi che richiamavano il look dei partigiani.

Un altro elemento distintivo dello stile vestiario nel 1968 era il mitico eskimo, un giaccone di taglio militare con il cappuccio. Questo modello era simile a quello utilizzato dai soldati americani durante la guerra di Corea ed era caratterizzato da un aspetto molto vissuto. Gli uomini spesso portavano barba e baffi, ispirati ai personaggi idolatrati come Lenin, Stalin, Che Guevara e Fidel Castro, evocando un aspetto trasandato e ribelle.

Non tutti si uniformavano a questo stile vestiario del 1968. Alcuni "ideologi", generalmente marxisti-leninisti o trozkysti, preferivano giacchette striminzite e lisce con camicia e golfino a V sfilacciato. I motociclisti, invece, indossavano spesso giubbotti di pelle marroni, anche se questi erano tipici della destra fascista.

Lo stile vestiario del 1968 rifletteva l'effervescenza sociale e culturale di quell'epoca. Rappresentava un modo per esprimere la propria identità, ribellione e appartenenza al movimento giovanile del Sessantotto.

Stile vestiario nel 1968

Siamo arrivati alla fine di questo emozionante articolo sulla moda del 1968! Speriamo che tu abbia apprezzato i dettagli dello stile vestiario di quell'anno così iconico. Nel 1968, le donne indossavano abiti audaci e colorati, mentre gli uomini optavano per look più ribelli e informali. I tessuti come il velluto e il denim erano molto popolari, mentre gli accessori come le borse a tracolla e le scarpe con plateau completavano i look. La moda del 1968 rappresentava l'anima ribelle e rivoluzionaria di quell'epoca, che ancora oggi continua a influenzare il mondo della moda.

Francesca Ferrari

Ciao! Sono Francesca, l'autrice appassionata di Osteria Donna Maria, il mio portale dedicato alla moda e agli accessori femminili. Condivido la mia passione per lo stile e l'eleganza attraverso articoli informativi e consigli di moda per aiutare le donne a esprimere la propria personalità attraverso l'abbigliamento. Con anni di esperienza nel settore, mi impegno a fornire contenuti di alta qualità e suggerimenti aggiornati sulle ultime tendenze. Seguimi su Osteria Donna Maria per scoprire il mondo affascinante della moda femminile!

  1. Mario Quarantiello dice:

    Ma davvero pensate che il look del 1968 sia tornato di moda? Boh, io non so proprio

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